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LA STORIA DELLA GARA
La Mille Miglia è una gara riservata ad auto costruite fra il 1927
e il 1957.
Si disputa nell’arco di 3 giorni con partenza da Brescia, arrivo a
Roma e ritorno no-stop a Brescia, su strade normali e aperte al traffico.
La Mille Miglia è una competizione automobilistica stradale di granfondo
che viene disputata in Italia dal 1927. La corsa nasce nel dicembre del 1926
viene ideata come gara unica, organizzata dal conte Aymo Maggi con l’aiuto
di Renzo Castagneto, segretario della sede bresciana del Regio Automobil
Club, da Canestrini della Gazzetta dello Sport e finanziata da Franco Mazzotti,
in risposta alla mancata assegnazione a Brescia, loro città natale,
del Gran Premio d’Italia. Idearono una corsa automobilistica, a forma
di “otto” da Brescia a Roma e ritorno, su una distanza di 1600
Km, doveva partire e concludersi, dopo essere passata da Roma, distanza che
corrispondeva a 1000 Miglia, nacque così la Coppa delle Mille Miglia.
Il successo fu immediato, bastarono 4 edizioni perché Nuvolari e Guidotti,
a bordo della loro Alfa Romeo 6C 1750 GS, sfondassero il muro dei 100 Km/h
di velocità media, nella leggendaria edizione del 1930. Dopo un grave
incidente del 1938, saltò l’edizione del 1939. Venne, allora,
costituito una sorta di circuito tra Brescia, Cremona e Mantova, che ripetuto
9 volte raggiungeva la distanza; nacque così il Gran Premio Brescia delle Mille Miglia.
La guerra decretò il secondo stop alla competizione, che riprese tra
mille difficoltà nel 1947: ponti distrutti, strade dissestate, benzina
e pneumatici razionati, la produzione di vetture che riprendeva a fatica.
Le tre edizioni dal 1947 al 1949 furono difficili da organizzare, quanto
incredibili da correre. Le otto edizioni dell’era moderna, dal 1950
al 1957 videro l’affermarsi delle Case ufficiali, provenienti da tutto
il mondo e dei piloti professionisti. La manifestazione assunse una tale
importanza internazionale che contribuì sensibilmente alla ricostruzione
della rete viaria del Paese, nonché allo sviluppo del settore automobilistico,
tra i veri motori della ripresa italiana non solo nel primo dopoguerra. Nell’edizione
del 1956 Stirling Moss batté il record di velocità media: 157,65
Km/h, ma la corsa era diventata così pericolosa che, dopo la funesta
edizione del 1957, vennero abolite le gare di velocità su strada.
A questo punto l’organizzazione creò una formula, praticamente
ancora utilizzata per i rally: lunghi tratti di regolarità per raccordare
prove di velocità in circuito o in strade di montagna chiuse al traffico.
Con questa formula non riscosse successo, vennero svolte solo tre edizioni:
1958, 1959 e 1961. Sono gli anni dell’oblio, solo nel 1968 l’Alfa
Romeo, per presentare la nuova vettura battezzata 1750 proprio in onore della
mitica auto di Nuvolari del 1930, organizza un tour rievocativo per alcune
vetture storiche, seguito dai giornalisti con le nuove 1750. Riprende così
nel 1982, inizialmente con cadenza biennale, la rievocazione della Mille
Miglia, che diventa una gara di regolarità alla quale possono partecipare
solamente vetture che hanno corso nelle edizioni dal 1927 al 1957. Dal 1987
la Mille Miglia si svolge tutti gli anni, richiamando collezionisti, personaggi
pubblici da tutto il mondo e non solo legati al settore automobilistico.
Ma sono le vetture le vere protagoniste, quelle che hanno scritto la storia
della Mille Miglia. La prima edizione del 1927 venne vinta da una O.M. ma
sul totale di 24 Mille Miglia disputate, dal 1927 al 1957, l’Alfa Romeo
ne vinse quasi la metà: ben 11 volte. A partire dal 1948 Ferrari vinse
8 edizioni, interrotta solo dalla vittoria di Ascari con la Lancia D24 spider
nel 1954.
La Mille Miglia richiama migliaia di appassionati da tutto il mondo, soprattutto
in occasione delle operazioni di controllo delle auto, che sono condotte
nelle vie e nelle piazze storiche. Gli appassionati incontrano i partecipanti
(campioni della Formula Uno, personaggi del jet set, attori e sportivi) e
scambiano impressioni sul tracciato, sulle aspettative di piazzamento, sui
bolidi che attraverseranno l’Italia.
Definita da Enzo Ferrari “la corsa più bella del mondo“, anche nel 2022 la Mille Miglia si appresta a regalare ricche
emozioni, in un trionfo di colori e allegria davvero unico!
“'Mille Miglia' qualcosa di non definito, di fuori dal
naturale, che ricorda le vecchie fiabe che da ragazzi ascoltavamo
avidamente, storie di fate, di maghi dagli stivali, di orizzonti
sconfinati. Mille Miglia: suggestiva frase che indica oggi il
progresso dei mezzi e l’audacia degli uomini. Corsa pazza,
estenuante, senza soste, per campagne e città, sui monti e in
riva al mare, di giorno e di notte. Nastri stradali che si snodano
sotto le rombanti macchine, occhi che non si chiudono nel sonno, volti
che non tremano, piloti dai nervi d’acciaio.”
Così scriveva Giuseppe Tonelli, su La Stampa il 27 marzo 1927 (tratto
da: 100 macchine si lanciano da Brescia per le “Mille Miglia”)
MAPPA DEL PERCORSO
I dettagli della Mille Miglia 2022
Tappa 1 - Mercoledì 15 Giugno
Dopo la partenza da Brescia le auto si dirigeranno verso il Lago di Garda, prima Salò poi Desenzano del Garda e Sirmione da dove sfileranno attraversando il Parco Giardino Sigurtà, Mantova e Ferrara e raggiungere Cervia-Milano Marittima per la fine della prima giornata.
Tappa 2 - Giovedì 16 Giugno
Dalla località sulla costa di fine tappa 1, il percorso prevede una deviazione verso Forlì, la salita verso San Marino, la discesa verso l’interno fino a Passignano sul Trasimeno, il passaggio a Norcia per concludere la tappa con la passerella romana di Via Veneto.
Tappa 3 - Venerdì 17 Giugno
La tappa più lunga della Corsa, dopo la partenza da Roma vedrà le vetture risalire verso Ronciglione, poi Siena da dove, via Pontedera e Cascina, si viaggerà in direzione Viareggio e raggiungere Parma e decretare chiusa la terza giornata.
Tappa 4 - Sabato 18 Giugno: La Mille Miglia arriva in Provincia di Pavia
L’ultima giornata impegnerà subito le vetture con una serie
di prove nel circuito di Varano de’ Melegari, per transitare poi
da Salsomaggiore Terme a Castel San Giovanni (PC) per arrivare
nella provincia di Pavia.
La 4° Tappa della MILLE MIGLIA 2022 passerà quindi nell’Oltrepò
Pavese e nella Provincia di Pavia. Si tratta di un percorso di 30 Km che
attraversa differenti Comuni: in ordine di percorso troviamo Bosnasco, comune noto fin dal XII secolo, quando era conteso tra Piacenza e
Pavia, che da poco aveva avuto, per diploma imperiale, il dominio
sull'Oltrepò Pavese; per arbitrato il luogo fu dato a Pavia.
Caduto sotto la supremazia dei Beccaria, divenne parte del feudo Arena
Po, appartenente al ramo della famiglia che da Arena prendeva nome.
Questo, per contrasto con i Visconti all'inizio del XV secolo, si
vide confiscare il centro maggiore, ma poté conservare Bosnasco
fino all'estinzione nel 1695. Bosnasco passò in
eredità ai Busca, e successivamente ai Bellisomi e ai Corsi di
Nizza, poco prima della fine del feudalesimo (1797). L’attuale
sindaco di Bosnasco, Dott. Flavio Vercesi, vanta ben 11 partecipazioni
alla Mille Miglia. Dal comune di Bosnasco, percorrendo la SP10, si
prosegue verso Stradella, un antico borgo ai piedi
delle colline dell'Oltrepò Pavese, che diventerà
“Controllo orario di Tappa”
In posizione isolata in cima al colle, si trova la Rocca di Montalino, attualmente
adibita a residenza privata. Fra i vigneti di un dolce paesaggio collinare,
troviamo la Basilica di San Marcello in Montalino.
Edificata in stile romanico lombardo nel XII secolo in cotto e arenaria,
presenta una facciata a capanna con due monofore laterali e un interno a
tre navate sorretto da colonne con capitelli figurati e affreschi
trecenteschi. A partire dal 1893 la chiesa è Monumento Nazionale
e rappresenta uno dei più antichi edifici sacri ancora
oggi presenti nell'Oltrepò Pavese. Verso la fine del 1200
Stradella fu teatro di scontri tra Piacentini e Pavesi, subendo
saccheggiamenti e incendi; per questa ragione il Vescovo Guido di Langosco
fece costruire a sua difesa le grandi mura di mattoni entro le
quali venne eretta dai Visconti la Rocca inferiore, successivamente
abbattuta per aprire la piazza del mercato, l'attuale piazza Vittorio Veneto. Da quel momento iniziò il commercio di prodotti agricoli, tra
cui il vino e i tessuti filati e tinti nel borgo stesso. Sulla piazza,
si conserva ancora il maestoso simbolo di Stradella, la
Torre civica, unica testimonianza diretta dell'antica città
forte. Interessanti da visitare sono i musei di Stradella: il Museo della Fisarmonica, intitolato a Mariano Dallapè, che nel 1876 impiantò a
Stradella il suo primo laboratorio per la costruzione delle fisarmoniche
e il Museo Naturalistico con le sue sezioni di botanica,
ecologia, ambiente, ma soprattutto, geologia e paleontologia con reperti
della zona. Dal Comune di Stradella si percorre la SP10 per arrivare a località
Frazione Beria, Canneto Pavese, comune che si erge in
uno dei punti più panoramici della zona, ed è diviso in
minuscole frazioni adagiate sulle vette dei piccoli poggi arrotondati
tra la riva sinistra del torrente Versa e il crinale del pendio sulla
riva destra del torrente Scuropasso. Il territorio dell'attuale
comune di Canneto Pavese comprende numerosi centri che ebbero in passato
l'autonomia comunale e spesso una storia non oscura: Canneto, Beria,
Vigalone, Monteveneroso e soprattutto Montù de' Gabbi.
Durante gli anni 20' il castello di Montù dei Gabbi,
proprietà dei Rota Candiani, che dominava l'abitato di
Montù, fu venduto ad altri, e quasi completamente demolito.
L’economia è prevalente è agricola, con tradizioni
fortemente radicate nel settore vitivinicolo con la produzione di uve e
vini di eccellente qualità.
La corsa prosegue per la SP207 arrivando a Montescano,
comune che, già nel 1164, è citato nel diploma imperiale
con cui gran parte dell'Oltrepò passa sotto il dominio
pavese: pertanto doveva già essere un luogo di una certa
importanza. Fu compreso nel feudo di Broni, venendo, poi, separato da
questo feudo e passando ai Borromeo nel XVI secolo e ai Pallavicino
Trivuzio nel XVIII secolo. Il comune di Montescano è noto per un
importante centro medico di cura e riabilitazione. La corsa si dirige
verso il Comune di Castana. Il nome Castana trae
origine dai castagneti che probabilmente caratterizzavano le colline
circostanti. Noto nell'antichità come castrum castanae,
letteralmente centro (fortificato) delle castagne, Castana, nella carta
della regione compilata dallo storico ottocentesco Severino Capsoni, era
già citato in epoca romana come ad Castanem. Al centro
dell'abitato si trovano i resti del castello di origine medioevale
che, edificato su un'altura in posizione dominante sulla valle, fece
di Castana un importante nucleo strategico. Costruito probabilmente dai
monaci pavesi di S. Bartolomeo in Strada, il borgo fu protagonista di
alterne vicende nel corso dei secoli. Il castello, oggi di
proprietà privata, è stato completamente ristrutturato e
restaurato tra il 2004 e il 2006, e non è visitabile. Si prosegue
per le colline dell’Oltrepò Pavese, passando dalla frazione
Bosco Casella e dalla Frazione di Scorzoletta-Molino, comune di Pietra de' Giorgi, per arrivare al Comune di Cigognola
situato su un colle dominante con lo sbocco in pianura nella Valle
Scuropasso, percorsa dell'omonimo torrente. Cigognola è
citato nel diploma federiciano del 1164, con cui il territorio
dell'Oltrepò settentrionale e centrale venne posto sotto la
giurisdizione di Pavia. Da questo si deduce che doveva essere una
località fortificata sotto un proprio signore locale (dominus
loci). Il territorio si sviluppa nel cuore verde dell'Oltrepò
Pavese, in parte arroccato su una collina, in parte esteso lungo la
vallata. Il centro principale del Paese gode di un panorama di insolita
bellezza. Oltre agli affascinanti itinerari naturalistici, tre sono i
suoi simboli più caratteristici ed emblematici: il Viale delle
Rimembranze, il Castello e la Chiesa Parrocchiale di San Bernardo Abate.
Il Parco delle Rimembranze è un simbolo di Cigognola, punto
panoramico di straordinaria bellezza. Ippocastani secolari e cedri del
Libano guidano i visitatori lungo un piacevole percorso: dal Parco lo
sguardo spazia sulle valli fino a perdersi nell'orizzonte e
scorgere, nelle limpide giornate primaverili, le Alpi e le vetta del
Monte Rosa. La cima del colle è ornata da uno scenografico
castello duecentesco che domina l'abitato, la cui edificazione
risale all'inizio del Duecento. Sotto Napoleone il bene venne
comprato dai Gazzaniga, da questi agli Arnaboldi Gazzaniga, quindi ai
Brichetto-Arnaboldi. Il Castello, sicuramente uno dei più
suggestivi della zona, posto a guardia della Via Emilia, ha sempre
mantenuto la sua funzione difensiva per oltre sette secoli. Dal 1982,
anno in cui divenne “dimora di campagna” della famiglia
Moratti, il Castello è animato da una nuova vitalità,
grazie a un progetto che ha iniziato a prendere forma negli anni
'90. Grazie a questo importante percorso, gli attuali proprietari
hanno voluto la fusione, in un rapporto quasi simbiotico, del castello
con i vigneti, che si estendono su 30 ettari per lo più coltivati
a vitigno Barbera. Il fine è stato quello di recuperare le
tradizioni enologiche del passato, con la raccolta manuale delle uve,
per reinterpretarle in chiave moderna e produrre un eccellente vino
dalla ricetta ferrea: fermentazioni controllate, affinamento nelle
barrique di rovere di Tronçais, le più preziose, ottenendo
svariate positive recensioni. La 1000 Miglia prosegue verso Broni, comune che si trova ai piedi delle colline dell'Oltrepò
Pavese, sulla ex statale Padana Inferiore. Qui a Broni troviamo Terre d’Oltrepò, la più importante realtà vitivinicola di tutto
l’Oltrepò Pavese e dell’Italia Nord-Occidentale, una
zona collinare i cui fianchi sono fittamente solcati da filari di viti,
disposti secondo le curve di livello o secondo la massima pendenza, come
ricami damascati su preziosa stoffa. In quest’area, che ha la
forma di un grappolo, il clima è asciutto d’inverno e dolce
d’estate e il terreno è particolarmente vocato alla
coltivazione della vite. Questo territorio estremamente vario –
che sfuma dalla montagna alle fertili colline sino ad affacciarsi sulla
pianura – deve la propria fama alla produzione enologica. La corsa
prosegue per la SS617, passando tra i Comuni di Campospinoso, Albaredo Arnaboldi e Mezzanino.
Quest’ultimo si dice che sorse probabilmente su un'isoletta
del Po (questo è infatti il significato del toponimo mezzana
assai diffuso lungo il fiume). Nel XVII Secolo certamente era già
nell'Oltrepò, ma in precedenza si trovava a nord del fiume, e
fino a tutto il XVIII Secolo era amministrativamente unito al
Siccomario. Le prime citazioni di Mezzanino sono datate dal XV secolo e,
dopo la costruzione del Ponte della Becca, si è sviluppato il
nuovo centro di Tornello. Dal Comune di Mezzanino, la corsa attraversa
il Ponte della Becca, ponte che collega l’Oltrepò Pavese
alla città di Pavia, costruito tra il 1910 e il
1912 sulla confluenza tra i fiumi Ticino e Po. Parzialmente distrutto
dai bombardamenti subiti durante la seconda guerra mondiale nel 1944, fu
ripristinato nelle parti danneggiate e riaperto al traffico nel 1950. La
corsa, all’uscita del Ponte della Becca prosegue per la SS617,
arrivando cosi alla città di Pavia, capoluogo di una provincia
dedita soprattutto all’agricoltura, in particolare a viticoltura,
risicoltura e cerealicoltura. Ricordiamo che a Pavia ha sede la famosa
azienda Riso Scotti, fondata dal Cav. Angelo Scotti che partecipò
a ben 5 edizioni della Mille Miglia, passione che prosegue ancora oggi
in famiglia. Pavia è sita lungo la Via Francigena e sulle rive
del fiume Ticino, poco a nord dalla confluenza di quest'ultimo nel
Po. La città affonda le sue origini all'epoca delle
tribù galliche; successivamente divenne municipium romano con il
nome di ticinum. Nel Medioevo fu (insieme a Ravenna e Verona) una delle
sedi regie del regno Ostrogoto. Fu capitale per due secoli del Regno
Longobardo e poi, dal 774 al 1024, capitale del Regno Italico, mentre
dal 1365 al 1413 ospitò la corte viscontea e dal 1361 è
sede di un'università. Le origini antiche e un passato
storico di rilievo hanno lasciato in eredità a Pavia un
ragguardevole patrimonio artistico: fra le principali attrazioni
turistiche della città, annoverata tra le città
d’arte della pianura padana, si possono ricordare il Castello
Visconteo, la Basilica di san Pietro in Ciel d’Oro, i Musei
Civici, la Pinacoteca Malaspina, il Duomo, la Basilica di San Michele
Maggiore e il Ponte coperto. La città è inserita nel Parco
del Ticino e all'interno dei confini comunali si trovano alcuni
boschi (bosco Negri e bosco Grande) testimoni della grande foresta
planiziale che un tempo ricopriva la Pianura Padana. Dopo avere
attraversato Pavia la 1000 Miglia prosegue lungo la strada dei Giovi,
SS35, passa davanti alla Certosa di Pavia, conosciuta
per il complesso monumentale storico che comprende un monastero e un
santuario, percorre la SP25, toccando il Comune di Zeccone, per arrivare
a Siziano, ultimo comune della provincia di Pavia
coinvolto dal passaggio dell’evento. Siziano si trova nel Pavese
nordorientale, al confine con la città metropolitana di Milano,
nella pianura alla destra del Lambro meridionale. Il Comune di Siziano,
oggi, è uno dei maggiori centri del Pavese, ha origini romane: le
attestazioni medievali del nome (Septezanum, Seteciano) permettono di
risalire all'etimo *SEPTICIANUS, "proprietà fondiaria
(-ANUS) di Septicio": quest'ultimo nome è un gentilizio
romano testimoniato da un certo numero di iscrizioni funerarie rinvenute
in area padana. Nel corso del basso Medioevo, Siziano, sottoposta al
dominio milanese ma collocata sul confine tra le terre di Milano e
quelle di Pavia, si trovò al centro di sanguinose contese
politico-militari. A scopi difensivi i milanesi vi eressero una fortezza
della quale ancor oggi sono visibili, in parte, le imponenti mura nel
centro del paese. Citato in documenti duecenteschi con l'appellativo
di burgus (centro abitato di modeste dimensioni ma dotato di
fortificazione), Siziano e il suo castello persero d'importanza nel
momento in cui, con la conquista di Pavia da parte dei Visconti, venne
meno la necessità di presidiare il confine tra Pavia e Milano. Fu
donato in beneficio feudale dagli Sforza alla famiglia dei Biraghi (fine
del XV secolo). Nel comune di Siziano, a testimonianza della sua storia,
si trovano diverse Architetture religiose: la Chiesa sconsacrata di via
Sant'Anna, tra le più antiche chiese, attualmente
sconsacrata, divenuta poi un negozio, è ora sede di un museo.
È possibile ammirare il campanile da via Cantalupo. L'antica
chiesa è soprannominata La Chiesetta; la Chiesa di San Francesco
che fu eretta negli anni sessanta, facilmente individuabile da lontano
per il suo originale campanile; la Chiesa di San Bartolomeo; Chiesa di
Santa Maria Assunta; la Chiesetta di Casatico, in stile rinascimentale;
il Broletto, il Palazzo del Comune, questa struttura venne pensata per
ospitare al primo piano gli impiegati comunali. Dal Comune di Siziano,
si prosegue per raggiungere l’Autodromo di Monza dove, in
collaborazione con MIMO Milano Monza Motor, gli equipaggi metteranno
alla prova la loro abilità con i cronometri e pressostati sulla
pista che celebra il centenario del GP di Formula 1, per poi recarsi
all’arrivo finale nella città di Brescia.